Edera terreste
Edera: dal latino (h)edera(m), di etimologia incerta. In un erbario illustrato del XV secolo, ad uso degli speziali, la Glecoma è chiamata “Farfuzula”.

Genere Lamiaceae (Labiatae)
Sinonimi Calamintha hederacea, Nepeta hederacea, Nepeta glechoma
Altri nomi Glecoma
L'uso in cucina
Alcuni autori sostengono che l'edera terrestre è commestibile e le giovani foglie possono essere utilizzate fresche per insalate, come anche lessate per minestre e ripieni. Gli antichi Sassoni la usavano per chiarificare la birra ed anche per realizzare una bevanda alternativa alla birra stessa. Certamente la pianta è più nota ed apprezzata come ornamentale piuttosto che edule.
Proprietà medicamentose
Già conosciuta in epoca medioevale l'Edera terrestre è citata nel cinquecentesco Herbolario volgare di Venezia, primo documento di medicina dei semplici in lingua volgare.
Alle sommità fiorite ed alle foglie, utilizzandone il succo tal quale, ai decotti, agli infusi, di sapore resinoso, amaro, ma gradevole, ai cataplasmi ecc., si attribuiscono da più autori, con il consueto ottimismo, proprietà astringenti, bechiche, carminative, diaforetiche, diuretiche, espettoranti, galattofughe, rinfrescanti, toniche, vulnerarie.
Il quattrocentesco Liber de simplicibus, di Nicolò Roccabonella, cita l'uso della droga chiamata “Ardilo”, estratta dalla Glecoma, nel trattamento della leucorrea.
Ritenuta efficace perfino nei casi di pazzia, l'Edera terrestre, se non bastasse, è stata anche raccomandata per liberare i cavalli dai vermi intestinali.
Particolarmente apprezzata in altri tempi era l'azione dell'Edera terrestre nelle affezioni dell'apparato respiratorio, peraltro confermata da studi più recenti, ma attenzione, l'uso prolungato sembra possa provocare diarree.
La medicina cinese utilizza l'Edera terrestre per i calcoli renali, le piaghe della pelle, le affezioni reumatiche ed artritiche.