Matricaria chamomilla L.

Camomilla comune

Camomilla: dal tardo latino camomilla, greco chamaimelon da chamai = a terra, nel significato di basso e melon = mela: quindi piccola mela, per l'odore che ricorda quello di alcune varietà di mele.
Matricaria dal tardo latino matricaria, da matrix = utero, matrice; perché usata anche come emmenagogo.
Altri dicono da mater = madre.
Col nome di Camomilla romana è nota una pianta simile alla Camomilla, a fiore doppio, così denominata dal monaco botanico Camerarius, che la individuò nelle campagna romana nel XVI secolo; successivamente la pianta fu però riclassificata come Anthemis nobilis. Erbari del XV secolo indicano col nome di Matricaria il Tanacetum parthenium.

Camomilla comune
Camomilla comune

Genere Compositae

Sinonimi Chamomilla recutita, Leucanthemum chamaemelum, Matricaria recutita

Altri nomi Amarella, Antemide

Dialetti savonesi Camamilla

L'uso in cucina

La Camomilla è nota a tutti per i suoi impieghi nella medicina popolare, non è invece altrettanto usata nelle preparazioni gastronomiche. Con vino bianco, alcol, zucchero e capolini di Camomilla si può preparare un gradevole liquore digestivo, indicato anche contro l'insonnia.

Proprietà medicamentose

Già nota agli antichi egizi, che la tenevano per pianta sacra al dio sole Rà, usata da Ippocrate, Galeno e Dioscoride, citata nei Capitolari di Carlo Magno, la Camomilla è forse il più popolare tra i rimedi della medicina popolare, che gli attribuisce proprietà antiallergiche, antinevralgiche, antinfiammatorie, antispasmodiche, carminative, decongestionanti, diaforetiche, digestive, emmenagoghe, emollienti, idratanti, sedative, stomachiche, toniche.
Infusioni, decotti, macerazioni, clisteri, estratti, tinture e quant'altro a base di Camomilla aiutano la digestione; curano l'insonnia, l'eccitazione nervosa e gli stati depressivi; leniscono scottature, infiammazioni, dolori reumatici, mal d'orecchie, mal di denti, mal di gola, disturbi di stomaco, aerofagia, mal di fegato, dispepsie, coliti; scacciano i vermi intestinali e si ritengono perfino utili contro le febbri malariche.
Anche la farmacopea ufficiale riconosce pregi e virtù dell'umile Camomilla: il Ricettario Fiorentino del 1789 annovera un elettuario antifebbrile a base di china e fiori di Camomilla.
Per la sua azione calmante nei casi di isterismo e dolori mestruali, la Camomilla è stata anche chiamata “rimedio delle donne”; Ippocrate, considerandone le proprietà ipnotiche, la ritiene utile per alleviare i dolori del parto. Il medico romano Castore Durante, nel XVI secolo, dice della Camomilla: “… risolve, digerisce, mollifica, mitiga i dolori, è antispasmodica nei dolori della vescica e dell'utero, dei reni e del ventre, è antiepilettica, vulneraria e febbrifuga.”
Il napoletano Donzelli, circa un secolo più tardi, scrive che l'acqua di Camomilla “provoca i mestrui, caccia il feto morto, … mitiga i dolori dell'utero, astringe le gengive sanguinolenti, contempera le febbri, ed i dolori del capo” e l'olio di Camomilla “è quasi benedetto per li giovamenti … robora tutte le parti nervose, e seda i dolori anche de i nervi”.
Pietro Andrea Mattioli, senese, riportando e commentando i libri di Dioscoride, scrive nel 1557 a proposito “dell'Anthemide, ciò è Camamilla: … bevuta la loro decottione, overo sedendovisi dentro, provoca i mestrui, il parto e l'orina, & le pietre delle reni, bevesi ne i dolori de i fianchi, & nelle ventosità: giova à rabocco di fiele, & à i difetti di fegato … applicate sanano le fistole de gli occhi.
Masticate sanano l'ulcere della bocca. Usanle alcuni con olio ne i cristeri …” Ancora Dioscoride cita la Camomilla polverizzata come medicina efficace per il morso delle vipere, con altri rimedi del tempo come, ad esempio, sterco di capra impastato col vino.
Resta il dubbio se la pianta in questione sia effettivamente l'attuale Camomilla comune (Matricaria chamomilla) o piuttosto la Camomilla romana (Anthemis nobilis).
Con infusi di Camomilla ben caldi, per provocare abbondante sudorazione (fino a quindici tazze a distanza di pochi minuti), e drastici purganti (24 dosi in 12 ore!), verso la metà del XIX secolo è stata sperimentata una cura per il colera, pare con buoni risultati.

L'impiego nella cosmesi

Il decotto di Camomilla schiarisce, rinforza e da lucentezza ai capelli; i fiori nell'acqua del bagno hanno effetto decongestionante; una tazza di Camomilla a digiuno, con succo di limone, ha effetti dimagranti e sempre con i fiori di Camomilla si possono preparare un tonico per le rughe ed un olio per le mani arrossate e screpolate. Macerando fiori di Camomilla in olio d'oliva si ottiene un semplice e pare efficace rimedio per le scottature solari.

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