Albenga e il territorio

Santo Stefano in Massaro: il tesoro che non ti aspetti

Santo Stefano in Massaro: il tesoro che non ti aspetti
Santo Stefano in Massaro: il tesoro che non ti aspetti

Il territorio di Albenga possiede particolarità e tesori unici nel loro genere, non solo per la qualità eccellente dei prodotti della terra ma anche per le bellezze, spesso poco conosciute, che i nostri avi hanno lasciato disseminate ovunque.
È questo il caso della bellissima chiesetta romanica di Santo Stefano di Massaro, che sorge proprio a ridosso della strada che collega Bastia di Albenga a Cenesi e che, dopo essere stato uno degli edifici religiosi più importanti della piana è diventata oggi, per le bellezze che nasconde, un’attrazione turistica per croceristi e vacanzieri.
Le prime notizie su questo edificio risalgono al 1271, quando la chiesa risultava sorgere nel borgo di Massaro (da qui il suo nome), molto probabilmente edificato su una precedente villa romana, come testimonierebbero alcune epigrafi romane ed un’urna cineraria qui rinvenute.
La chiesa si presenta ancora oggi nella sua integrità duecentesca, in stile romanico, con lievi modifiche alla struttura che si susseguirono nel corso dei secoli.
Spiega lo studioso di storia locale Luca Lanzalaco: “L’edificio, fu restaurato negli anni ’30 ed emerse un importante ciclo di affreschi probabilmente opera di artisti itineranti che dal basso Piemonte si spingevano in Riviera. Tra gli affreschi i più antichi sono datati tra il 1383 e l’inizio del Quattrocento e contemporanei a quelli presenti nella chiesa di San Giorgio di Campochiesa; tra le raffigurazioni si riconoscono le figure di sant’Antonio abate, l’apostolo Bartolomeo e Maria Maddalena. Due affreschi colpiscono particolarmente l’attenzione ed accendono la curiosità del visitatore: proprio ai piedi dei santi raffigurati sulla parete di destra, si nota un personaggio più piccolo, il committente dell’opera, Giacomo Ricci, oltre alla scritta che attesta il fatto è possibile notare, proprio ai piedi dei santi un piccolo riccio, primo simbolo araldico della casata. Altro affreesco particolarmente suggestivo è quello che si trova alle spalle dell’altare, dove viene rappresentata la morte, non con l’abituale falce ma vista come scagliatrice di frecce, una rappresentazione quantomeno inusuale. Altro affresco notevole è il San Cristoforo che si trova sulla contro facciata e dà le spalle all’ingresso allo scopo di benedire chi usciva dalla chiesa e si immetteva sulla strada per il viaggio di ritorno verso casa: San Cristoforo è infatti il santo patrono dei viaggiatori”.
Alcune fonti storiche attestano che già nel XVI secolo sia l’edificio religioso che il borgo furono abbandonati dagli abitanti probabilmente perché l’area era difficilmente difendibile. La sede della comunità parrocchiale di Massaro fu trasferita nel 1518 nella chiesa della Santissima Annunziata di Bastia con l’obbligo, però, di celebrare ugualmente i riti religiosi nell’antica chiesa in occasione della Pasqua, della Pentecoste, della ricorrenza dei Santi e dei Defunti e per il patrono, Santo Stefano.
Secondo quanto scrive il canonico Gio Ambrogio Paneri nel “Sacro e Vago Giardinello...”, un’opera manoscritta del 1624, furono proprio gli stessi abitanti di Bastia a scegliere la chiesa dell’Annunziata perchè quella di Santo Stefano risultava ormai fuori dal centro urbano e quindi scomoda.
Ancora oggi l’edificio religioso viene aperto ai fedeli tre volte all’anno: il 25 Aprile, il Primo Novembre ed il 26 Dicembre. È possibile però visitare la chiesa anche in altre occasioni, grazie alla passione ed alla grande disponibilità del sacrestano, Claudio Enrico, che da 35 anni apre volentieri le porte di questo piccolo tesoro del nostro territorio a turisti e curiosi.

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